Il concorso ha come obiettivo la progettazione di un cavalcavia modulare, in grado di adattarsi alla maggior parte dei casi riscontrabili sulla rete infrastrutturale italiana, un territorio vastissimo e ricco di peculiarità locali.
Proprio per questo motivo, il nostro progetto cerca di andare oltre la richiesta di una modularità geometrica o tipologia di ponte e sviluppa piuttosto un «sistema» in grado di rispettare e dialogare con un infinita varietà di contesti. Così facendo, oltre ad assolvere una mera funzione di collegamento, il cavalcavia potrà diventare un simbolo autoctono di integrazione tra paesaggio, cultura ed economia.
La proposta per il "ponte per l`Italia" cerca di tracciare un filo rosso con quella che e` la tradizione italiana proveniente dai piu` grandi sviluppatori di infrastrutture del passato: i Romani. Il progetto richiama il sistema costruttivo a "Conci" utilizzato per gli archi strutturali di viadotti e ponti.
Un unico ponte e` stato suddiviso in conci di altezza e lunghezza variabile che, diversamente combinati, garantiscono il superamento di luci molto variabili e la configurazione di diverse sezioni stradali. Questo porta alla creazione di una sorta di codice genetico (DNA) che da vita ad una molteplicità di soluzioni che si adattano ai diversi ecosistemi italiani.
Il cavalcavia si sviluppa in maniera sinuosa diventando espressione di movimento. Una forma fluida, generata dai flussi veicolari che la attraversano, trait d'union tra infrastruttura stradale e natura circostante.
Il nostro cavalcavia, oltre a diventare parte del paesaggio con le sue forme morbide e naturali, si lascia contaminare dai vari luoghi cambiando la sua pelle di rivestimento attraverso l'uso e la lavorazione di essi restituendo volta per volta un immagine unica.